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giovedì 5 Dicembre 2024

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    Wishcycling: quando la sensibilità, senza conoscenza, danneggia il riciclo

    Avete mai sentito parlare di wishcycling? Il termine risale con larga probabilità al 2015, quando il settore industriale coniò questo concetto per definire quella cerchia di consumatori sensibili all’argomento del riciclo, ma poco educati alla raccolta differenziata. Il wishcycling è, in altri termini, quella tendenza che ci spinge a gettare nei bidoni del riciclo materiali che non sono riciclabili. 

    L’atto di smistare i rifiuti rinforza la nostra convinzione di contribuire a garantire una seconda vita agli oggetti, scongiurandone l’abbandono in discarica. Ma non sempre il meccanismo psicologico del wishcycling trova fondamento nelle pratiche di riciclo. Solo alcuni materiali risultano, infatti, facili da riciclare e presentano un mercato della materia prima seconda.

    Il tranello del wishcycling colpisce anche la filiera del vetro? 

    Le valutazioni di CoReVe rispondono affermativamente a questo quesito. Il 50% degli italiani pratica in modo erroneo la raccolta differenziata del vetro, gettando nelle campane di raccolta anche materiali estranei. Lo studio, commissionato da CoReVe e condotto su AstraRicerche, su un campione di circa 1500 persone, ha rilevato che: il 23% dichiara di buttare anche oggetti di cristallo nel vetro, il 20% le lenti degli occhiali e il 14% le lampadine. 

    L’importanza di una comunicazione chiara e accessibile

    Il Consorzio intende evidenziare il danno causato dalla presenza di tali materiali estranei alla raccolta, in un contesto, come quello nazionale, dove solo un italiano su due coglie l’importanza economica di tale pratica. Un’ottima raccolta differenziata è infatti sinonimo di guadagni per i Comuni, i quali registrano conseguentemente un impatto positivo sulle imposte locali sui rifiuti.

    Nonostante l’Italia abbia raggiunto un tasso di riciclo del vetro pari al 76,6% e superato di 1,6 punti percentuali il target europeo fissato per il 2030, la disinformazione resta ancora un problema nello sviluppo di una filiera del riciclo efficiente. L’educazione, attraverso una campagna di comunicazione integrata, rappresenta dunque il principale argine per contrastare l’ormai annoso fenomeno del wishcycling.

    Fonte: rinnovabili.it

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