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giovedì 5 Dicembre 2024

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    Le perle di vetro confermano: c’è acqua sulla Luna

    La presenza di perle di vetro sulla Luna ha a lungo affascinato scienziati e ricercatori, desiderosi di ricavare importanti informazioni circa la storia del satellite, la composizione del suo mantello e gli eventi sulla sua superficie. E oggi queste stesse sferule vetrose ci riportano un dato veramente significativo: sulla Luna si troverebbe un’enorme quantità d’acqua. 

    Un gigantesco serbatoio

    Circa 270 trilioni di milioni di chilogrammi d’acqua sarebbero presenti sulla Luna, in un serbatoio rimasto finora sconosciuto. La scoperta, pubblicata su Nature Geoscience da una squadra di ricerca internazionale, capitanata dall’Accademia cinese delle scienze, apre nuove prospettive per gli astronauti, i quali potrebbero estrarre tale risorsa direttamente dalla superficie lunare.

    La ricerca non solo conferma la presenza di serbatoi idrici sulla Luna, ma propone una spiegazione del ciclo dell’acqua che coinvolge lo strato superficiale del satellite. L’analisi dei campioni lunari, ossia delle perle di vetro raccolte nel corso della missione Chang’e 5 (2020), ha evidenziato una dinamica particolarmente suggestiva.
    La Luna, che non dispone della protezione dell’atmosfera, viene bombardata da minuscoli meteoriti. Il calore prodotto dall’impatto, scioglie il materiale della superficie lunare, il quale si raffredda sotto forma di perle di vetro. Queste ultime assorbono le molecole di idrogeno e ossigeno, intrappolando l’acqua.

    Il ruolo del vento solare

    In particolare, l’acqua si forma grazie al flusso di particelle cariche emesso dall’alta atmosfera del Sole, il cosiddetto vento solare. Da questo vento si produce l’idrogeno, mentre l’ossigeno risulta già intrappolato nella Luna, all’interno di rocce e minerali.
    Dallo studio delle perle di vetro si evince dunque un ciclo dell’acqua sostenibile sulla Luna, favorito dall’interazione tra i venti solari e la superficie lunare.

    Alla luce di questa scoperta non resta che chiedersi quali saranno i prossimi incredibili scenari dell’esplorazione spaziale.

    Fonte: wired.it

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